–LA NASCITA DELLE LUIGINE IN INDIA–
Lo Spirito Santo continua la sua opera quando e dove vuole
Madre Geltrude Manca, durante il suo servizio di Superiora Generale (dal 1945-1963) ha l’opportunità di visitare personalmente Papa Pio XII. Il Papa la incoraggia ad iniziare l’apostolato luigino in Terre di Missione e così le “Luigine” mettono le loro radici prima in Bangladesh (1956) e in seguito in India (1971). Tra il 1962-63, su richiesta di Madre Geltrude, arrivano alla nostra Congregazione in Italia un gruppo di 27 giovani ragazze, mandate dai due intermediari padre George Malieckel e padre Cyriac Puthenpura del Kerala. Le giovani affrontano un viaggio, lungo e faticoso e dopo 15 giorni in nave arrivano nel porto di Genova dove le accolgono le nostre sorelle italiane, insieme tornano ad Alba. Madre Geltrude, le accoglie con gioia e le affida alle due formatrici, sr. Enrichetta Peisano e sr. Mariaxaveria Bertola, sono loro le incaricate per il cammino della formazione iniziale. E’ un cammino piuttosto faticoso segnato da culture, lingue e mentalità diverse e nello stesso tempo è il periodo del Vaticano II con insegnamenti e visioni nuove anche da parte della Chiesa. E’ il periodo di transazione dal “vecchio” al “nuovo”. La prima professione di queste giovani avviene in quattro momenti diversi 1965, 1966, 1967 e 1968. In seguito, tutte le giovani sorelle hanno l’opportunità di frequentare studi professionali secondo le loro predisposizioni; questo periodo è molto indicativo nel cammino della vita religiosa. Nonostante tutte le difficoltà su 27 giovani sorelle, 10 di loro sono decise a continuare nella vita religiosa.
Il desiderio di tornare in India ed iniziare la Missione nelle proprie terre è forte in alcune di loro, forse un po’ meno nella mente dei superiori. Non possiamo negare che questo causa dei momenti di tensione tra superiori e “giovani speranze”. Nel 1970, il primo gruppo di sorelle torna in India per un periodo di vacanze e insieme a loro due sorelle italiane (sr. Franca Leonardini e sr. Speranza Giraudo) sono incaricate da parte del Consiglio Generalizio per individuare un posto idoneo per iniziare la prima comunità luigina in India. Visitano Bombay, Kerala e Ootty e vengono alla conclusione di iniziare la prima comunità in Bombay. Lo Spirito Santo guida Madre Imelda Benotto e il suo consiglio ad incoraggiare le giovani suore ad iniziare la missione in India. Suor Emanuela torna definitivamente in India nel 1971 e dopo un periodo che trascorre con le Figlie di San Paolo in Bandra (Bombay) il 21 settembre dello stesso anno emette i voti perpetui. In seguito, il Vescovo Ausiliare di Bombay, Longinus Perreira (rettore della Basilica Mont Mary) assegna alle sorelle un posto per poter iniziare la prima comunità luigina. Si trova di fronte alla Basilica, una piccola casa abbandonata, vuota, senza alcun arredamento, sembra la “Bicocca” della nostre prime suore nel lontano 1815. Come prima superiora di questa comunità è nominata suor Maria Luisa Scovazzi che era già stata missionaria in Bangladesh dal 1956. Insieme a lei ci sono sr. Emmanuela, sr. Lucetta, sr. Giulia, sr. Enrica (sr. Anni Elamthuruthil) e sr. Cesarina (sr. Maria Teresa). Il servizio che viene chiesto alle sorelle è la gestione di un ostello pensato per accogliere le donne povere che vengono da varie parti dell’India in cerca di lavoro. L’aiuto economico che arriva dalla Casa Madre in Alba, non è sufficiente per mantenere la comunità e le necessità dell’ostello e così sr. Lucetta inizia a lavorare come infermiera nell’ospedale “Santo Spirito” con uno stipendio minimo.
Il periodo iniziale di questa comunità è terrorizzato per l’inizio della guerra tra India e Pakistan nel dicembre del 1971. Nel 1972, arriva dall’Italia, sr. Angela Lano e si unisce alle sorelle della comunità. Nello stesso anno, sr. Liliana Cogno, (segretaria generale) in visita alle sorelle del Bangladesh, passa prima in India a visitare la comunità. Dopo soli sei mesi, sr. Maria Luisa Scovazzi, non potendo rinnovare il visto, deve lasciare l’India e al suo posto viene nominata Superiora locale, sr. Angela Lano. Nel 1972 un primo gruppo di ragazze lavoratrici viene accolto nel ostello e così ha inizio in India il carisma trasmessoci da don Rubino. Nel 1972 anche sr. Flaviana e sr. Ida rientrano dall’Italia e si uniscono alle sorelle di “Bandra”. Il 13 maggio 1973, sr. Flaviana e sr. Lucetta fanno la loro professione perpetua nella Basilica Mount Mary. Nello stesso anno sr. Flaviana riceve l’invito per lavorare come assistente sociale nei quartieri poveri di Golibar.Il 19 novembre 1973 Madre Imelda Benotto insieme alla consigliera sr. Isidora Gallo vengono dall’Italia per visitare per la prima volta la comunità di Bombay. Sono molto colpite dall’entusiasmo delle sorelle e nei vari incontri personali e comunitari cercano di progettare meglio la crescita della famiglia luigina in India. Proprio pensando al futuro, Madre Imelda incoraggia le sorelle ad individuare una di loro che possa essere l’incaricata per la formazione. All’unanimità viene fatto il nome di sr. Flaviana che riceve l’incarico da parte della Madre e nello stesso tempo l’invito a prepararsi adeguatamente per la formazione delle giovani che in futuro si sentiranno chiamate nella nostra Congregazione. Nel 1974 tornano dall’Italia sr. Damiana e sr. Anni e si uniscono alle sorelle della comunità. Il 12 marzo 1974 anche sr. Angela, su richiesta del Governo, deve lasciare l’India. Sr. Flaviana viene nominata Superiora locale e sr. Emmanuela responsabile per l’ostello.
L’11 dicembre del 1974 con grande gioia ha inizio la seconda comunità luigina, sempre a Bombay, questa volta nel quartiere di Santacruz. Le prime tre sorelle sono sr. Flaviana, sr. Lucetta e sr. Ida. Essendo numerose le sorelle, in particolare nella comunità di Bandra, e il lavoro non troppo, iniziano a cercare altre opportunità per espandere la missione. Padre Antonio Salafia, un Padre missionario italiano, del PIME, che lavora nella diocesi di Vijayawada, contatta e informa le sorelle delle necessità e delle possibilità per iniziare una presenza missionaria nella sua diocesi, nello Stato dell’Andhra Pradesh. Padre Antonio sottolinea il suo interesse e la volontà di presentare le sorelle al Vescovo di Vijayawada. Pronte a conoscere questa nuova possibilità sr. Emmanuela e sr. Damiana partono per Hyderabad il 4 luglio 1974. Il Vescovo Joseph Thumma le accoglie con gioia e offre loro la possibilità di stare nel Convento di Sant’Antonio per imparare la lingua (Telegu) e la cultura del posto, essendo uno Stato diverso. Prima di dare l’ultima parola, le Superiore dell’Italia incaricano suor Maria Luisa Scovazzi, missionaria in Bangladesh, per andare in India e rendersi conto del posto e della situazione delle sorelle. Arriva il 23 agosto e dopo alcuni giorno trascorsi in Bombay, accompagnata da sr. Flaviana viene a Vijayawada dove incontra il Vescovo e le sorelle. Il Vescovo sottolinea la sua disponibilità offrendoci due ettari di terreno per poter iniziare questa nuova missione. Suor Luisa è molto contenta e favorevole ad iniziare una nuova comunità in Vijayawada, e in risposta alla sua relazione, anche il Consiglio Generalizio dà il permesso. Suor Luisa ritorna in Bangladesh verso la fine di ottobre. Il 1 gennaio 1975 sr. Elisabetta e sr. Rosita rientrano dall’Italia. Il 2 gennaio, sr. Damiana e sr. Enrica partono per Vijayawada per prepararsi e dare inizio alla nuova comunità. La situazione economica è piuttosto povera. Il Vescovo Thumma aiuta le sorelle anche finanziariamente a costruire una piccola struttura sul terreno già da lui donato a Gunadala, così da poter iniziare la comunità. Il Vescovo incarica padre Joseph Pataram nel seguire i lavori della costruzione e prendersi cura dei bisogni delle sorelle. Padre Pataram è l’economo diocesano e anche il direttore dei fratelli di San Giuseppe in Gunadala.
Il 3 gennaio 1975 ha inizio la terza comunità luigina. Per la benedizione della casa arriva il Vescovo Thumma. Grande gratitudine e riconoscenza viene espressa per le suore del Convento di Sant’Antonio, in particolare sr. Filomena e sr. Concetta che hanno accolto e aiutato le nostre sorelle con grande sensibilità. Sr. Emanuela e sr. Flaviana presenti per la benedizione, ripartono con sofferenza, al pensiero di lasciare le due sorelle (sr. Damiana e sr. Enrica) da sole, così lontane in un posto del tutto nuovo. Ci sembra importante sottolineare che all’inizio la diocesi ha aiutato molto anche per il mantenimento delle sorelle. Nel ottobre del 1975 anche l’ultima sorella indiana sr. Elisa (del gruppo delle 10) rientra in India. Dopo le sue vacanze per un po’ di tempo rimane nella comunità di Bombay e nel luglio del 1976 viene destinata alla comunità di Vijayawada. Madre Imelda riesce a rimandare in India tutte 10 le sorelle prima di essere richiesta di lasciare il suo incarico. La fiducia in Dio, la sua protezione e cura hanno sempre guidato il cammino di ciascuna. Le radici della famiglia luigina hanno già dato i primi frutti nel solco indiano. Guardiamo avanti con grande speranza accogliendo le sfide con coraggio ed entusiasmo. Diamo uno sguardo alla famiglia luigina in India: L’India è un paese della pluralità di culture, religioni, lingue composizioni etniche. Siamo presenti in 7 Stati, sparse in 14 diocesi e 20 comunità. Siamo 112 sorelle delle quali 9 prestano il loro servizio in Italia. Le risorse umane della nostra Regione indiana sono le 95 sorelle di voti perpetui e 17 sorelle di voti temporanei. Le giovani speranze sono le 8 novizie, 5 postulanti e 27 aspiranti. Vogliamo ricordare con gratitudine anche le “risorse” che dal paradiso continuano ad intercedere per noi: Sr. Ida morta nel 1996 a soli 50 anni e sepolta a Gunadala; sr. Enrica morta nel 1999 a soli 55 anni e sepolta a Gunadala; sr. Sheela morta il 2011 a soli 32 anni e sepolta a Ranchi; sr. Armanda morta nel 2014 a 73 anni e sepolta ad Alleppy. Vediamo vivo, il carisma del nostro venerabile fondatore don Giovanni Battista Rubino nelle nostre 20 comunità e nelle attività: 2 scuole materne, 5 scuole, 5 orfanotrofi, 5 ostelli per donne lavoratrici, 2 centri per il cucito, 1 ospedale, 2 dispensari, 2 centri per la formazione della donna. Collaboriamo con le diocesi e con altre Congregazioni. Tutte le comunità sono coinvolte nel lavoro e servizio pastorale e due sorelle sono a tempo pieno a servizio negli uffici parrocchiali. Così cerchiamo di vivere “per la maggior gloria di Dio e l’utilità del prossimo”.