–LE RADICI–

La Famiglia

Nel secolo diciottesimo la famiglia Rubino-Gazzera era stimata e rispettata da tutti nel paese di La Morra (Cuneo) per le doti morali e intellettuali di Giovanni Michele e della moglie Maria Teresa. Dalla loro unione nacquero 6 figli, 2 dei quali, Angelo e Giovanni Battista, divennero sacerdoti.

Maria Teresa Gazzera

la mamma

Don Angelo

il fratello

Don Giovanni Battista

il nostro fondatore

Il paese: La Morra

La Morra contava, quando nacque il servo di Dio, 3.600 abitanti. Il paese situato su una ridente collina dalla quale lo sguardo spazia da un lato sulle Langhe e dall’altro verso sull’astigiano, fino alle Alpi, comprende un territorio abbastanza ampio. Capoluogo di mandamento e parte di quella regione piemontese denominata “Langhe”. La Morra contava, quando nacque il servo di Dio, 3.600 abitanti

Nella seconda metà del secolo XVIII animava la zona una popolazione attiva e progredita da cui emersero illustre personalità ecclesiastiche e civili. Ai giorni nostri il territorio di La Morra è compreso nella provincia di Cuneo e appartiene alla diocesi di Alba, ma non fu così in passato. Nel 1631 infatti, la città di Alba, l’antica Alba Pompeia, era stata elevata da Amedeo I, duca di Savoia, a capoluogo di provincia. Le truppe di Napoleone occuparono per la prima volta La Morra il 24 aprile del 1796. Il paese fu restituito a casa Savoia nel giugno seguente, in seguito all’amministrazione di Cherasco. Occupato nuovamente dai francesi, in seguito all’abdicazione del re Carlo Emanuele IV, ritiratosi in Sardegna nel 1798, fu liberato con tutto il Piemonte, nella primavera del 1799 dagli austo-russi e dai patrioti. L’anno successivo, i regi stati passarono una terza volta sotto il governo napoleonico (14 giugno 1800) che durò fino al 1814. La sede vescovile di Alba è antichissima ed ha una storia lunga e gloriosa (cf. Doc IV, 1). Il giugno 1803 essa fu soppressa e annessa alla diocesi di Asti, per essere poi ricostituita il 20 luglio 1817. Nel secolo XVIII in tutto il Piemonte, il sentimento religioso era assai diffuso e, benché nelle città fosse possibile riscontrare forme di indifferenza, nelle parrocchie di campagna la fede era molto viva, grazie anche alla solerte opera del clero. Generalmente nei paesi regnava la concordia; le famiglie erano caratterizzate da integrità di costumi e da un’autentica preoccupazione di impartire ai figli un’educazione profondamente religiosa.